L’area del Monte San Giorgio è annoverata tra i più importanti giacimenti fossiliferi del Triassico Medio (247-237 milioni di anni fa), quando la zona montana era una laguna di ambiente tropicale.

Si tratta di un sito transfrontaliero situato a cavallo tra Italia e Svizzera iscritto dal 2003 alla Lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco per la parte svizzera e dal 2010 per la parte italiana.

I reperti rinvenuti in questa zona nel corso degli anni, sono esposti in tanti musei paleontologici tra l’Italia e la Svizzera.

Valorizzare e promuovere (in chiave turistica) il patrimonio naturale e culturale dell’intero sito attraverso un museo diffuso su tutto il territorio del Monte San Giorgio e dei Monti Orsa e Pravello è il fulcro del progetto Interreg Museo Diffuso MSG.

“Il progetto del Museo Diffuso ha visto protagonisti cinque comuni della parte italiana e quattro comuni della parte svizzera” spiega Paolo Sartorio, Presidente della Comunità Montana del Piambello, l’ente capofila italiano del progetto Interreg (sul versante svizzero l’ente capofila è la Fondazione del Monte San Giorgio).

Sette i progetti realizzati a cavallo del confine grazie ai finanziamenti Interreg (cinque sul versante varesino, due su quello ticinese).

A Clivio è stato potenziato il polo scientifico-museale presso il Museo Insubrico di Storia Naturale per portare studenti e studiosi a confrontarsi con i fossili sul posto; a Saltrio è stato ristrutturato un piccolo stabile della polizia per adibirlo a centro di informazione e servizi per turisti, a Porto Ceresio, vero e proprio accesso alla zona paleontologica, è stata realizzata una infrastruttura di accoglienza turistica; a Besano è stato creato un parco paleontologico minerario alle cave delle Piodelle, il sito dove sono stati rinvenuti i primi fossili della regione. Infine, sono state recuperate e messe in sicurezza le cave di Viggiù, considerate una meraviglia architettonico-geologica.

I progetti sul versante ticinese hanno puntato su interventi per la valorizzazione della storica miniera di Tre Fontane e dell’Aula didattica nel bosco dalle parti dello scalo paleontologico di Acqua del Ghiffo.