Una di grandi pittori, appartenenti a collezionisti privati della zona. Una sul Giappone, partendo da testi antichi trovati tra i lasciti della Biblioteca Civica, e infine una sull’epoca delle palafitte che utilizzerà le nuove tecnologie per rendere chiare, e aiutare a d immergere il visitatore, nella vita dell’epoca.

E’ quello che ha già pronto l’assessorato alla cultura e la direzione dei musei civici per la prossima stagione: e se nei primi due casi si tratta di esposizioni già pronte, la cui inaugurazione è stata solo rimandata al dopo lockdown, per la terza si tratta di una assoluta novità, i cui ultimi particolari sono ancora da ultimare: e sarà anche anche la prima grande mostra da 30 anni a questa parte su quell’epoca tanto importante per le nostre zone.

«Sono mostre che valorizzano un patrimonio che la città ha già, e che deve solo essere espresso – Ha commentato il sindaco Davide Galimberti –  Il successo di Guttuso, la mostra piu vista in città da sempre, conferma un metodo che vuole valorizzare i beni culturali già presenti sul nostro territorio»

ALLA SCOPERTA DEL MONDO DELLE PALAFITTE, GRAZIE ALLE NUOVE TECNOLOGIE

«Stiamo preparando una grande mostra sulla preistoria, realizzata in collaborazione con la sovrintendenza, che vede come curatrici Barbara Cermesoni conservatrice del museo di Villa Mirabello e Daniela Locatelli funzionario archeologo della Sopritendenza di Milano – spiega il direttore dei musei civici Daniele Cassinelli – E’ destinata al grande pubblico, anche perchè si tratta di archeologia sperimentale, immersiva, multimediale»

La mostra, anche con l’aiuto delle nuove tecnologie, aiuterà a immaginare e a ricostruire la vita ai tempi della preistoria, ricostruendo ambienti e stili di vita e permettendo di “sperimentare” la vita quotidiana dell’epoca. «L’impronta immersiva dà la possibilità al publico di “vedere meglio” un oggetto o un reperto, che spesso visto così è di difficile comprensione soprattutto in ambito archeologico – spiega Cassinelli – Una ricostruzione scientifica ma anche d’ispirazione. Quello che vorremmo creare è un’esperienza che resti nell’immaginario di chi visita la mostra».

Al centro della mostra: «Metteremo l’Isolino Virginia e i laghi di Varese e del varesotto, ovviamente – continua il direttore dei musei varesini – Visto che racconterà innanzitutto della civiltà delle palafitte, che ha abitato questi territori sono abitati per oltre 5000 anni, un periodo che ha lasciato una impronta forte all’interno della nostra cultura».

La maggior parte dei reperti in mostra saranno iperlocali: «Quasi tutto proverrà dall’isolino e dai territori dei nostri laghi, ma stiamo lavorando su un prestito di pezzi eccezionali provenienti dal palafitticolo del gardesano, che fa parte del sito seriale dell’Unesco a cui appartengono anche i nostri scavi».

La mostra è prevista a villa Mirabello per l’aprile prossimo.

SULLA VIA DELLA SETA, L’AFFASCINANTE MONDO DEL DESIGN GIAPPONESE

Un’altra mostra in avanzata fase di preparazione – doveva essere inaugurata a maggio scorso, ma la pandemia ha consigliato di rinviarla – proviene da materiale scoperto nella biblioteca civica: «Si tratta di fondo sconosciuto, donato ai primi del novecento, forse legato ai commerci tessili sulla via della seta – spiega Cassinelli – Il lascito consisteva in libri d’epoca e una mappa del Giappone provenienti da un antico editore giapponese che ne ha ancora le matrici originali».

La mostra: «Avrà un ricco allestimento, che valorizza le meravigliose pagine di grafica di una scuola artistica giapponese che è tra le piu importanti dell’800, e ci sono anche arrivati anche manifesti di arte contemporanea dedicati proprio a quella scuola, cosa che renderà la mostra ancora più affascinante, proprio per il legame tra contemporaneo e antico che si creerà».

Pensato per le olimpiadi Tokio 2020, che si terranno però l’anno prossimo causa Covid, l’esposizione ha comunque il pregio di far scoprire il “tratto grafico” del Giappone con una mostra dal “grosso respiro popolare”, come spiega il direttore dei musei. Curatrici sono Rossella Menegazzo ed Eleonora Lanza dell’università statale di Milano.

L’appuntamento è per marzo prossimo al castello di Masnago.

RITROVARSI NEL “SALOTTO DEL COLLEZIONISTA” TRA HAYEZ E PELIZZA DA VOLPEDO

La prima delle mostre al castello di Masnago però si svolgerà molto prima, ad ottobre, ed è una esposizione bloccata dal Covid a pochi giorni dalla sua inaugurazione, che era prevista per il 6 marzo: si tratta di “Nel salotto del collezionista. Arte e Mecenatismo tra Otto e Novecento”, che è stata promossa dalla Fondazione Cariplo, Fondazione Comunitaria del Varesotto e dal Comune di Varese.

A raccontare la rilevanza della mostra sono i nomi degli autori dei dipinti che vi saranno esposti: Francesco Hayez, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Giacomo Balla, Adolfo Wildt, in tutto oltre 70 opere in esposizione – dipinti, sculture e oggetti – provenienti dalle raccolte d’arte della Fondazione Cariplo, dei Musei Civici di Varese e di istituzioni museali del calibro delle milanesi Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica e Museo Poldi Pezzoli, oltre che dalla Casa Museo Lodovico Pogliaghi al Sacro Monte di Varese e dal Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri di Gallarate.

La mostra, curata dallo storico dell’arte Sergio Rebora è un ricercato percorso espositivo che mette in primo piano la passione per l’arte di illustri lombardi, esponenti dell’alta borghesia, industriali e politici, che tra fine Ottocento e inizio Novecento si resero protagonisti di importanti azioni di mecenatismo che ora possono essere ammirate dai visitatori.