Un incontro dedicato al patrimonio archeologico distribuito sul territorio di Varese e provincia e, più in generale, ai nuovi linguaggi del turismo. Il panel che si è tenuto nel pomeriggio di giovedì 7 novembre nell’ambito dell’ottava edizione di Festival Glocal – il festival del giornalismo organizzato da Varesenews – ha posto un’attenzione particolare alla funzione che il racconto e le relazioni hanno nel promuovere un territorio e le sue peculiarità.

Il cosiddetto storytelling è una tecnica da sempre adottata che ha permesso, attraverso le varie epoche, di trasmettere un’immagine potente del territorio, cogliendone la vera essenza. Questo vale ancora di più nell’epoca del digitale: fotografie, video e social network contribuiscono a diffondere in maniera sempre più capillare la conoscenza di un determinato luogo.

L’esperienza di Varese4U ne è un esempio. Il progetto, nato nel 2016 da un bando di Regione Lombardia con l’obiettivo di valorizzare i beni Unesco distribuiti sul territorio di Varese, si è in seguito evoluto in Varese4U – Archeo e ha acceso i riflettori sul patrimonio archeologico del Varesotto.

«La sfida – ha affermato Monica Abbiati, responsabile dell’Unità Operativa Valorizzazione di siti Unesco – consisterà nel misurare gli effetti del progetto capendo in che misura avrà contribuito ad aumentare la conoscenza di questi beni».

Il tour degli otto siti inclusi nel progetto (Sacro Monte di Varese, Isolino Virginia, monastero di Torba, Monte San Giorgio, monastero di Cairate, necropoli longobarda di Arsago Seprio, area archeologica del Monsorino di Golasecca e area archeologica di Angera) ha preso il via a partire da luglio 2019 e si è concluso a ottobre.

«Ogni settimana abbiamo raccontato un sito diverso intervistando storici dell’arte, conservatori museali, archeologi e persone strettamente legate al territorio di riferimento – ha spiegato Manuel Sgarella, coordinatore del progetto -. Ad ogni tappa è corrisposto un video finale, un racconto per immagini ad alto impatto visivo attraverso il quale abbiamo aiutato le persone a conoscere le bellezze del nostro territorio».

Un contributo fondamentale è arrivato, oltre che da Regione Lombardia, anche dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.

«Siamo molto felici di supportare il progetto attraverso le nostre competenze – ha affermato Daniela Locatelli, funzionario archeologo della soprintendenza -. In un progetto in cui c’è sinergia le cose vengono costruite al meglio».