Si sono aperti oggi nella sede della Comunità montana del Piambello, i lavori per la definizione del nuovo Piano di gestione del sito Unesco del Monte San Giorgio.

Tutte le personalità che a vario titolo, in Italia e in Svizzera, concorrono alla gestione del bene Unesco transfrontaliero, hanno partecipato ad un workshop nel corso del quale hanno avuto l’occasione di incontrare il professor Pierre Galland, esperto di fama internazionale, inserito nel Roster of Experts di Unesco, al quale congiuntamente Italia e Svizzera hanno affidato la redazione del Piano di Gestione ed il coordinamento dei lavori.

A fare gli onori di casa, il presidente della Comunità montana del Piambello Maurizio Mozzanica e il site manager per parte italiana del sito Unesco Paolo Sartorio.

I lavori si sono aperti con un inquadramento generale del sito, patrimonio mondiale Unesco di tipo transnazionale, in quanto il bene iscritto nella lista mondiale si trova sul territorio di nazioni differenti: Italia e Svizzera.

Questa caratteristica, insieme al fatto che l’iscrizione nella lista mondiale è avvenuta in due momenti diversi, per la parte svizzera nel 2003 e per la parte italiana nel 2010, ha reso ancora più complicata la gestione del sito, «anche se – è stato più volte ricordato – le istituzioni di Italia e Svizzera hanno sempre collaborato per tutelare e gestire questo patrimonio, collaborazione che adesso, con la redazione del Piano di Gestione unico, arriva alla massima espressione».

«Il Piano di Gestione è uno strumento di analisi e (soprattutto) di programmazione dedicato a garantire nel tempo la conservazione di quei valori eccezionali sui quali si basa l’iscrizione del sito, esaminarne le forze di cambiamento presenti tanto nel campo culturale quanto in quello socioeconomico e, attraverso il coinvolgimento dei diversi soggetti portatori di interesse, definire le strategie che devono essere intraprese per garantire lo sviluppo durevole del sito insieme alla tutela e valorizzazione del suo patrimonio».

«Un piano che ha portato ad una buona gestione di questo sito notevole a livello mondiale – ha detto Galland – ma è normale che si giunga a rivedere questo strumento per adattarlo e dare una nuova impostazione attuale e proiettata verso il futuro. E’ nostro dovere dare a questo patrimonio una gestione adatta e moderna, che sia anche adattabile ad esigenze sempre nuove, con l’obiettivo di trasmettere questo patrimonio alle generazioni future».

Il nuovo Piano di gestione unico dovrebbe essere pronto per la fine del 2018.