Sono cominciati da pochi giorni i nuovi scavi archeologici al Monastero di Torba, struttura di proprietà del Fai – Fondo Ambiente Italiano e che rientra nel bene Unesco dell’area Archeologica di Castelseprio-Torba. L’obiettivo di questi nuovi scavi, che andranno avanti fino al 9 settembre, è capire come capire cosa unisce storicamente il monastero alla torre, come veniva usato, cosa veniva fatto prima intorno alla struttura.

A effettuare la campagna è l’Università di Padova: dodici gli studenti presenti, più uno che dell’Università di Granada, tutti con gli strumenti da lavoro in mano sotto il sole d’agosto. Gli scavi sono aperti in almeno tre punti diversi della zona, sia all’esterno che all’interno del Monastero. Per l’occasione saranno aperte anche delle visite gratuite per il pubblico, accompagnati dagli studenti che faranno da ciceroni: il primo appuntamento è per venerdì 25 agosto alle 15, mentre per le prossime due settimane sarà possibile andare a visitare gli scavi da mercoledì a venerdì, alle 15.

«C’è stata l’opportunità di tornare e l’abbiamo colta – racconta Alexandra Chavarria, docente di archeologia medievale all’università di Padova, direttrice scientifica degli scavi -. L’idea è di vedere cosa c’è di inesplorato a Torba, perché questa è la zona più sconosciuta: si sa che c’è stato un monastero ma i documenti sono del 1200, mentre forse la chiesa è del VII secolo e la struttura esterna al monastero, dove stiamo scavando ora, potrebbe essere del IX secolo. Vogliamo scoprire i collegamenti tra il Castrum, la chiesa e il Monastero, e così comprendere cosa è successo e come si è evoluta la storia di questa zona che fino agli anni ’70 era usata dai contadini come cascina, poi recuperata grazie al Fai».